OFFSHORE SAFETY

Safety first in the offshore platform game.

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Offshore Safety è il Serious Game che ti permette di conoscere, giocando, i diversi aspetti da considerare per garantire la sicurezza nelle attività connesse con la produzione di idrocarburi.

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L'obiettivo del Gioco è mantenere la Sicurezza Offshore durante lo svolgimento delle attività produttive, attraverso azioni di prevenzione e opportune azioni in risposta a possibili minacce che possono interessare le piattaforme che stai gestendo.

Il Gioco include alcuni contenuti informativi ai fini di fornire al Giocatore informazioni corrette e attendibili riguardanti i diversi aspetti della sicurezza delle operazioni per la produzione di idrocarburi offshore. Leggi le note su alcuni approfondimenti di carattere generale, sui giacimenti di idrocarburi e sulla sicurezza offshore.

In Offshore Safety , le reali operazioni di gestione delle piattaforme in sicurezza sono semplificazioni della realtà, che includono opportuni adattamenti dovuti alle esigenze di gioco.

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SICUREZZA OFFSHORE
AZIONI DI PREVENZIONE

Ai fini di mantenere la sicurezza dei lavoratori, dell'ambiente e degli impianti, si devono mettere in campo alcune azioni preventive.

Tra le attività preventive svolte dagli Operatori, i piani di risposta ell'emergenza servono per garantire una tempestiva ed efficace risposta in caso di reale emergenza (in particolare se dovesse verificarsi un rilascio di olio in mare) e per garantire, quindi, la gestione in sicurezza delle attività anche in caso di emergenza. La prevenzione comprende attività di training specifico del management ed esercitazioni per la valutazione della capacità di risposta alle emergenze. Le procedure prevedono il coinvolgimento di numerosi aspetti tra cui: verifica di flussi informativi, coordinamento, ruoli e responsabilità, logistica. Si consideri che tutto il personale presente in piattaforma è altamente qualificato: questo consente di ridurre il numero di infortuni e incidenti.
Tra gli obiettivi delle misure adottate per la tutela della sicurezza delle attività produttive, è compresa la tutela della sicurezza dei lavoratori che operano sul sito produttivo (sulle piattaforme). I lavoratori sono infatti potenzialmente esposti a fiamme e incendi e a danni derivanti da esplosioni. Gli Operatori hanno il dovere di garantire l’incolumità di tutte le persone, attraverso modelli di organizzazione e di gestione dei rischi che analizzano i pericoli e individuano le misure necessarie per evitarli o diminuirli. Il datore di lavoro fornisce ai lavoratori i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) necessari a proteggersi dai rischi del lavoro. Il lavoratore deve partecipare a corsi di formazione e addestramento ai fini di saper utilizzare correttamente i DPI, avendone cura e segnalando al datore di lavoro o al preposto alla sicurezza qualsiasi carenza o inconveniente.
I ROV (Remotely Operated Vehicle) sono sottomarini a comando remoto che vengono impiegati per scansionare il fondale marino. In questo senso permettono, in temini di Sicurezza Offshore, il controllo delle infrastrutture sommerse (parte sommersa delle piattaforme nonchè condotte sottomarine). Questi veicoli operati da remoto vengono, quindi, utilizzati al fine di verificare l'integrità strutturale di tutte le componenti impiantistiche sommerse nella colonna d’acqua o appoggiate sul fondale.
Tutte le componenti metalliche appartenenti ad un impianto petrolifero per la produzione di idrocarburi sono esposte a fenomeni di corrosione di diverse tipologie. Prevenire questi fenomeni è importante in termini sia di sicurezza della struttura e delle persone che vi lavorano -e conseguentemente anche dell'ambiente marino- sia in termini economici per l'Operatore. Sul lato interno delle strutture, possono avvenire diverse forme di corrosione a seconda del regime di flusso e della composizione dell'idrocarburo estratto. Mentre, sul lato esterno, i materiali metallici devono per lo più resistere all’azione aggressiva dell’acqua di mare (oltre che dei terreni e dell’atmosfera). Per far fronte a questi fenomeni e impedire che la parte strutturale della piattaforma venga indebolita, sono stati studiati diversi sistemi di protezione. In particolare, per impedire che il costante contatto con l'acqua di mare produca importanti fenomeni di corrosione, si ricorre al posizionamento di anodi sacrificali che vengono dimensionati in modo da proteggere sia le gambe della piattaforma sia i tratti di tubazione che trasportano il greggio o il gas prodotto dai pozzi di estrazione. Ulteriori informazioni sul sito del National Association of Corrosion Engineers International Institute (NACE)
L'operatore effettua dei controlli a sorpresa sull'impianto al fine di verificare il rispetto della normativa sia in termini di corretto utilizzo dei dispositivi di sicurezza individuale da parte del personale, sia in termini di corretto funzionamento degli elementi elettrici e meccanici appartenenti all'iimpianto.
La manutenzione generale può riguardare parti meccaniche e parti elettriche per assicurare l'integrità e la sicurezza dei macchinari e delle componenti al fine di garantire la produzione in condizioni di sicurezza per l'impianto, i lavoratori e l'ambiente.
Le sealine sono le condotte sottomarine destinate alla produzione e al trasporto di idrocarburi. Anch'esse necessitano di controllo e manutenzione per verificarne l'integrità nel tempo. È quindi necessario conoscere e mappare il posizionamento di tali condotte sul fondale al fine di pianificare correttamente le eventuali manutenzioni. A tal proposito il Ministero dello Sviluppo Economico ha avviato un progetto per la costituzione di un archivio GIS relativo alle infrastrutture per la produzione di idrocarburi nei mari italiani.
I gestori degli impianti (presidiati e non presidiati) hanno l'obbligo di dotare le piattaforme (mobili e fisse) di appositi sistemi di segnalamento ottici e sonori. Tali sistemi consentono di segnalare la presenza e l'ingombro della piattaforma in mare. Gli Operatori hanno l'obbligo di mantenere sempre efficienti i segnalatori ottici e acustici (nautofoni, ossia sirene che vengono attivate in caso di nebbia o scarsa visibilità), a tutela della sicurezza della navigazione nonchè per il passaggio di aerei.
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SICUREZZA OFFSHORE
AZIONI DI RIPARAZIONE

Qualora si verifichi un evento dannoso per la Sicurezza, è necessario intervenire tempestivamente per rispristinare la situazione ed evitare danni ulteriori, alle persone, all'ambiente e alle strutture stesse. Di seguito una breve panoramica delle azioni possibili.

Se la piattaforma è presidiata, un team locale è addestrato in modo da intervenire tempestivamente per risolvere i problemi elettrici, meccanici o strutturali di lieve entità. Diversamente dovranno essere inviate squadre da terra per risolvere problemi di lieve come di grave entità.
Se la piattaforma è presidiata, in caso di emergenza particolare, viene ordinata l'evacuazione di tutto il personale presente. L'evacuazione può avvenire a mezzo di scialuppe già presenti in piattaforma oppure con navi inviate appositamente.
Le piattaforme di maggiori dimensioni, di solito presidiate, sono attrezzate con un eliporto. Qualora si verifichino incidenti che comportano l'occorrenza di uno o più infortuni, un elicottero viene inviato per il recupero delle persone infortunate, provvedendo così al loro trasferimento a terra.
In particolari condizioni di pericolo, vengono eseguite le necessarie manovre di chiusura della piattaforma che comportano il fermo delle attività. La ripresa delle stesse, in questi casi, è onerosa in termini sia economici sia temporali.
In caso di importanti sversamenti di idrocarburi liquidi in mare, si ricorre al posizionamento di diverse tipologie di barriere e dispositivi di contenimento e/o recupero, per evitare danni all'ambiente. Alcuni dispositivi vengono subito posizionati a cura dell'Operatore. Per altri dispositivi è invece necessaria l'autorizzazione da parte delle autorità competenti.
Le sealine sono le condotte sottomarine destinate alla produzione e al Può avvenire per consentire alcune operazioni di manutenzaione necessarie al corretto funzionamento degli impianti. La ripresa delle attività avviene al termine della manutenzione senza ripercussioni particolare sul sistema.
Qualora si verifichi una fuoriuscita di idrocarburo lungo un tratto di una condotta sottomarina per il trasporto del medesimo dalla piattaforma alla centrale di trattamento a terra, è necessario intervenire per individuare ed isolare il tratto di sealine, consentendo così la riparazione adeguata del medesimo, provvedendo al recupero di idrocarburo liquido eventualmente sversato.

SICUREZZA OFFSHORE
POTENZIALI EVENTI

Si riporta di seguito una breve descrizione degli eventi potenzialmente in grado di compromettere la sicurezza delle piattaforme offshore e del personale operativo.

Il Ministero dello Sviluppo Economico provvede costantemente alla raccolta delle informazioni e dei dati che riguardano infortuni che si verificano nelle attività di ricerca, coltivazione e stoccaggio di idrocarburi in Italia. Ogni anno elabora una pubblicazione delle relative statistiche. Gli infortuni prevedono una classificazione che riuarda la loro gravità in lievi (con assenza dal posto di lavoro non superiore a 30 giorni), gravi (con assenza dal posto di lavoro superiore a 30 giorni) e fatali. Tendenzialmente sono considerati rilevanti ai fini statistici gli infortuni fatali o che hanno determinato un’assenza dal posto di lavoro superiore a 3 giorni. Un'ulteriore suddivisione può consentire di distinguere gli infortuni (lievi, gravi e fatali) in base alla tipologia di attività svolta oppure di causa che li ha generati.
I guasti meccanici possono verificarsi per una serie di ragioni, tra cui: corrosione, invecchiamento oppure per effetto di carichi permanenti, variabili, ambientali oppure accidentali.
I guasti elettrici si riferiscono a danni che riguardano il sistema di alimentazione e controllo della piattaforma. Possono essere causati da corto-circuito, rottura del gruppo elettrogeno o guasto di componenti del sistema elettrico.
Qualora si dovesse verificare un danno strutturale all'impianto, ossia un cedimento o una rottura degli elementi strutturali che costituiscono la piattaforma, un ente è incaricato di verificare le condizioni della piattaforma prima di ripristinare la ripresa della produzione, se sussisitono le condizioni.
Sulle piattaforme sono presenti piccole quantità (pochi metri cubi) di gasolio, necessario per l'alimentazione del gruppo elettrogeno d'emergenza.
Le piattaforme dedicate alla produzione di olio sono una piccola percentuale del totale. In Italia l'olio è piuttosto denso e questo ne limita anche il possibile danno in caso di perdita. Ad ogni modo, nel caso in cui si verifichi una perdita, l'impianto come pure la sealine interessata dal rilascio, vengono tempestivamente isolati per consentire di risolvere il problema.
Il rilascio di gas può comportare lo sfiaccolamento, che è una procedura per la messsa in sicurezza dell'impianto e del personale presente in piattaforma.
Sulla piattaforma sono proesenti sistemi di messa in sicurezza (quali barriere antifuoco/antideflagrazione) in grado di intervenire automaticamente qualora l'incendio danneggi alcune parti sensibili della piattaforma stessa, evitando danni maggiori.
Tra le possibili minacce all'incolumità delle piattaforme si possono annoverare anche le possibili collisioni da parte di navi in transito. Le piattaforme sono segnalate da luci di ingombro installate appositamente per renderle visibili e indicarne la dimensione. Sono presenti anche nautofoni.
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Disponibile gratuitamente per Windows, Mac, Android e iOS.

INFORMAZIONI GENERALI

Di seguito si possono trovare alcuni contenuti di approfondimento sulla tematica della sicurezza delle attività produttive offshore.


SICUREZZA OFFSHORE: DI COSA SI TRATTA?

La maggior attenzione alla sicurezza delle attività energetiche che riguardano il mare nasce in risposta al tragico incidente verificatosi nell’Aprile 2010 nel Golfo del Messico (occorso al “pozzo Macondo”). La Commissione Europea, a valle dell’incidente di Macondo, ha avviato un’approfondita analisi delle norme adottate nell‘intera Unione e negli Stati Membri, che ha portato alla definizione di una Direttiva specifica in materia: la Direttiva 2013/30/UE, relativa alla sicurezza delle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi, con l’obiettivo di migliorare gli standard di sicurezza nell’Unione Europea. Tale Direttiva è stata recepita in Italia mediante il Decreto legislativo 18 agosto 2015, n. 145. Il D. Lgs. 145/2015 si inserisce in un quadro normativo già esistente in materia di sicurezza e di protezione del mare dall'inquinamento che ha finora garantito, attraverso una rigorosa applicazione e costanti controlli da parte delle strutture tecniche del Ministero dello Sviluppo Economico, il raggiungimento dei più alti livelli europei di sicurezza per i lavoratori e l’ambiente. Tra le azioni intraprese dal Ministero dello Sviluppo Economico in materia di Sicurezza offshore, si inserisce l'Istituzione del Comitato per la Sicurezza delle operazioni in mare.

GIACIMENTI DI IDROCARBURI: COSA SONO E CHI SE NE OCCUPA?

I giacimenti di idrocarburi sono depositi minerari di composti organici, naturalmente presenti nel sottosuolo e fanno parte del patrimonio indisponibile dello Stato. Gli idrocarburi (in particolare gas naturale e petrolio) vengono utilizzati come combustibile per la produzione di energia. L’autorità che in Italia si occupa della gestione delle risorse del sottosuolo, compresi gli idrocarburi e i relativi impianti in mare, è il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE), che concede alle compagnìe petrolifere il permesso di coltivarli, nel rispetto delle regole per la tutela dell’ambiente e della sicurezza. Gli Uffici UNMIG, che dipendono dal MiSE, esercitano i compiti di vigilanza sull'applicazione delle norme di polizia mineraria. La loro attività è volta a garantire il buon governo dei giacimenti di idrocarburi, ma anche e soprattutto la sicurezza nei luoghi di lavoro, ossia le piattaforme. Agli Uffici UNMIG compete l'espletamento di compiti istituzionali in materia di gestione tecnica, controllo ispettivo e vigilanza delle installazioni connesse alle attività di prospezione, ricerca, coltivazione di idrocarburi, come pure di stoccaggio di gas naturale in sotterraneo, relative a impianti sia in terra che nel mare territoriale e nella piattaforma continentale. Consulta la sezione FAQ sulle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi sul sito dell'UNMIG.

PIATTAFORME DI PRODUZIONE OFFSHORE: COSA SONO?

Le piattaforme petrolifere offshore sono impianti realizzati in mare aperto per estrarre gli idrocarburi (gas e petrolio) dai giacimenti presenti nel sottosuolo, al fine di produrre energia. Per poter estrarre gli idrocarburi, è necessario che vengano perforati uno o più pozzi - collegati alla piattaforma - in grado di raggiungere il giacimento che li ospita. Le piattaforme sono - tipicamente strutture - fisse e solidali col fondale marino - in Italia i fondali non sono molto profondi! - di grandi dimensioni (da circa 15 mq a circa 5000 mq). Sono robuste, per poter resistere anche a condizioni meteomarine estreme e sono progettate per durare almeno 30 anni. La prima piattaforma in Italia è stata realizzata nel 1964. Sono collegate alle centrali di trattamento a terra tramite condotte (sealine) nelle quali viene convogliato l'idrocarburo estratto oppure possono essere in grado di trattenere una certa quantità di idrocarburo al loro interno, in attesa dell'arrivo di navi in grado di prelevarlo e portarlo a terra a loro volta. Le piattaforme di maggiori dimensioni sono solitamente presidiate da personale qualificato e formato.

Per vedere le piattaforme e le strutture sottomarine presenti nei mari italiani clicca qui.